Avverbio

Completa l'azione del verbo oppure il valore dell'aggettivo. Questa parte del discorso serve per completare il senso del verbo oppure dell'aggettivo, e può dare caratteristiche modali, quantitative, spaziali o temporali. Per esempio posso dire: 'vado SPESSO al cinema'. Oppure, 'domani vado CERTAMENTE al mare'. La caratteristica degli avverbi e che non sono declinabili e quindi restano sempre così come sono! Semplice, no?

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Quando esci con il cane?

Gli AVVERBI DI TEMPO indicano il periodo in cui avviene un fatto. Questo fatto è espresso da un verbo, un aggettivo o un altro avverbio. Per esempio si può dire: 'Questa sera non andare a letto TARDI'.

Osservate l'immagine qui sotto. Isabella QUANTE VOLTE esce con il cane?

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Gli AVVERBI DI TEMPO, come gli altri avverbi in generale, si formano con il suffisso -MENTE dopo un aggettivo. Ma questa regola generale, non vale per tutti gli avverbi. Per esempio guardate questi esempi, dove l'avverbio è in neretto:

  • Andavo spesso al cinema con mio padre.

Gli AVVERBI possono essere parole atomiche oppure possono derivare da altre parole. Ancora, gli avverbi possono essere la composizione di più parole. In base alla FORMA, gli avverbi sono:

  • SEMPLICI: cioè parole che non si formano da altre parole e che non si possono dividere. Per esempio gli avverbi: bene, male, adesso, domani, ieri.
  • Dentro la biblioteca ci sono ragazzi molto maleducati. Parlano sempre!
  • Di solito studio fino a tardi, ma oggi mi sento un po' stanco.
  • Gioco molto con il mio bambino, spesso camminiamo a gattoni.
  • Guarda avanti! Alla guida non ti devi mai distrarre.
  • Ho passato l'esame facilmente perché ho studiato sempre ogni giorno.
  • I miei pomodori crescono abbastanza, perché do sempre acqua.
  • Oggi arrivo tardi al lavoro, perché c'è sciopero e ho solamente la bicicletta.
  • Qua ci sono gli sci. Sono un po' vecchi, ma vanno ancora bene.

Questo dizionario comprende le 2000 parole del LESSICO FONDAMENTALE della lingua italiana. Puoi cercare per parola, oppure per categoria

  • a (prep. sempl.) (invar.)
    - La prima lettera dell'alfabeto italiano. Introduce diversi COMPLEMENTI come STATO IN LUOGO (es. Sto a casa oggi), oppure MOTO A LUOGO (es. Vado a casa)
  • abbandonàre (v. tr. -> abbandono - ho abbandonato - abbandonavo) (invar.)
    - Azione di lasciare qualcosa o qualcuno. (es. Abbandono volentieri questa casa)
  • abbassàre (v. tr. -> abbàsso - ho abbassato - abbassavo) (invar.)
    - L'azione di portare qualcosa in una posizione più bassa. (es. abbassa la testa perché urti alla porta)
  • abbastànza (avv. quant.) (invar.)
    - Completa un verbo e indica UNA QUANTITA' di quell'azione. (es. Ho lavorato abbastanza)
  • abbracciàre (v. tr. -> abbraccio - ho abbracciato - abbracciavo) (invar.)
    - Atto di circondare con la braccia qualcosa o qualcuno (es. Abbraccio la mia fidanzata)
  • abitàre (v. tr. -> àbito - ho abitato - abitavo) (invar.)
    - Azione di stare in un posto e rimanere lì stabilmente. (es. Abito in Germania da 10 anni)
  • àbito (sost.) (s. m.)
    - Sinonimo di VESTITO, che comprende sopra e sotto. (es. Hai un bellissimo abito da sera)
  • abituàre (v. tr. -> abìtuo - ho abituato - abituavo) (invar.)
    - Azione verso qualcuno, in modo da far diventare famigliare un'attività. (es. Abituo mio figlio alla musica anni '80)

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